ANTICO CLASSICO CONTEMPORANEO
Si è aperto in questi giorni al Museo della Permanente di Milano l’edizione 2019 di AMART, salone/mostra mercato promosso e organizzato direttamente dall’Associazione Antiquari Milanesi con la presenza di oltre sessanta espositori di prestigio.
Certamente il mondo dell’antiquariato rappresenta la più vasta gamma di prodotti della creatività umana, per tipologia, per riferimento storico, per varietà di offerta. Prodotti di valore, unici e speciali capaci di emozionare, chi li possiede e chi li guarda. Sensazioni che si possono provare anche stingendo tra le mani un prodotto dipinto e che con una semplice frase è capace di far risplendere il nostro sole. Penso ad esempio ad una tazza dipinta, che pur nella sua semplicità riesce a sollevare l’animo delle persone mentre la utilizzano e la ammirano.
Chi entra in un negozio antiquario può infatti trovarsi ad ammirare un dipinto del Cinquecento italiano o un coloratissimo tessuto dell’Ottocento francese, un’elegante porcellana cinese, una cassapanca toscana, magari a fianco di un delicatissimo paravento giapponese in carta e foglia d’oro.
L’elenco degli oggetti che può offrire il mercato antiquario è talmente ampio che non esiste catalogo capace di certificare tutte le cose definibili oggetto di antiquariato.
Parliamo naturalmente di negozi specializzati, quelli che offrono garanzie certe su origine e valore perché forniti da professionisti del settore, buoni conoscitori della storia e del patrimonio storico, artistico e culturale dei paesi d’origine degli oggetti.
É quindi un mercato particolarmente costoso e quanti possono permettersi di arredare e decorare le proprie abitazioni con mobili, quadri e suppellettili che richiedono grande attenzione nella loro disposizione negli spazi, nel loro uso e contatto, oltre a disponibilità finanziaria adeguata per l’acquisto.
Servono quindi abitazioni adeguate, con spazi sufficienti per dare adeguato respiro a oggetti di pregio. Ma serve anche molto gusto o, almeno, la disponibilità ad affidarsi al gusto di arredatori e antiquari professionali.
Oggi però dobbiamo affrontare anche un’altra questione che ci riporta al tema dell’arte di abitare e di come quest’arte si declini nel nuovo millennio.
Cos’è che può spingere un giovane ad attorniarsi di cose antiche?
Certamente l’abitudine familiare; sarà più facile essere attratto un giovane che ha trascorso gli anni della sua infanzia tra oggetti di valore storico e magari in parte li riceve come testimonianza del processo generazionale.
Ma vale anche il piacere della seduzione, del magnetismo arcano che gli oggetti antichi portano in sé.
Ebbene, un giovane che abbia tutte le caratteristiche di gusto e finanziarie per arredare la propria abitazione con oggetti di antiquariato, vive oggi nella contemporaneità e, se amante dell’arte, non riesce ad ignorare o restare insensibile alle manifestazioni della creatività contemporanea. Come si comporterà di fronte ad un combusto di Burri, ai tagli di Fontana, o a un tondo di Vedova o agli spazi di Rothko.
Possono queste opere convivere con la veduta di Venezia del Canaletto sopra il mobile del Cinquecento impreziosito dalle porcellane di Delft?
E non possiamo neppure ignorare il nuovo spirito multietnico e cosmopolita della società contemporanea, che porta ad un nuovo approccio al bello, senza pregiudizi né limiti spaziali o temporali.
Gli antiquari di AMART hanno capito che se un giovane ha grande gusto estetico è portato a far tranquillamente convivere, anzi valorizzare opere di tempi e stagioni stilistiche distanti tra loro e non è quindi un caso se gli Antiquari di AMART propongono anche i tagli di Fontana a fianco di divani stile Biedermeier.
Il Giovane costruirà un ambiente capace di rispondere, con equilibrio, anche alle esigenze dell’occhio, di ammirare il “bello”.
L’impressione del bello non è immediata nelle opere contemporanee, ma il bello c’è; serve una più attenta lettura dei contenuti e del messaggio che l’opera contiene, serve seguire le sensazioni che essa riesce a trasmettere, cogliere le stimolazioni dei sensi, oltre la semplice vista, serve dare spazio allo stato d’animo che l’azione dei sensi nell’opera può produrre.
Queste sensazioni devono essere in sintonia con l’atmosfera prodotta dall’essere circondati di oggetti che riportano a tempi e mondi diversi.
É questione di equilibrio, che non è soltanto quell’equilibrio estetico che si può ammirare nelle riviste specializzate, nelle soluzioni che arredatori o designer propongono attraverso belle ed elaborate immagini nei loro rendering.
L’equilibrio in questo caso riporta molto alla personalità del proprietario, alla sua capacità di tradurre le soluzioni teoriche proposte in adattamento pratico al suo sentire quotidiano, al suo modo di vedere la vita, al suo bisogno di muoversi e di usare gli spazi della propria abitazione.
Il valore dell’abitazione ci porterebbe a ad aprire una riflessione sul senso dell’arredamento nella media generale dei giovani d’oggi, ma è un altro discorso.