fontana di trevi a Roma
Turismo

Turismo & Turisti

L’Italia nel 2013 é stato il 5° paese più visitato al mondo dietro  Cina (4°)  Spagna (3°) Stati Uniti (2°) e Francia (1°),

Considerando che:

  • le affluenze continuano a crescere, 48.000.000 rispetto ai 44.000.000 del triennio precedente;
  • l’industria del turismo impiega l’11% circa dell’occupazione nazionale;
  • il suo fatturato rappresenta il 9,5% del PIL nazionale;

é del tutto lecito pensare che questo settore, sia una delle più grandi risorse che abbiamo, e che se adeguatamente supportata e sviluppata, possa ulteriormente contribuire alla ripresa economica.

L’Italia, è stata da sempre una meta ricercata in tema di viaggi o vacanze. Vuoi per il clima mite e soleggiato, vuoi per le bellezze naturali, storiche e artistiche. All’estero lo sanno bene, l’Italia é molto più che il paese del sole e del mare,  e non solo perché ci sono città come Roma, Venezia o Firenze, qui e solo qui ogni città, paese, frazione, borgo, valle, ha una storia da raccontare. Qui e solo qui storia, folklore e tradizione si mischiano in modo unico e superbo ai suoni, ai colori, ai profumi, e ai sapori dei paesaggi,

Ma il turismo e la sua gestione sono materia assai complessa, perchè se da un lato c’è l’esigenza da parte degli operatori di conciliare domanda e offerta, dall’altro c’é una evidente necessità di salvaguardare il territorio e i residenti in pianta stabile, e per ultimo ma non per importanza, c’è la spinosa questione delle strategie da attuare per lo sviluppo del settore.

I modi di fare e promuovere turismo sono molti, sicuramente il più diffuso è quello che rientra sotto la definizione di turismo di massa o tradizionale, che privilegia il relax e il divertimento a scapito di un turismo più ricercato definito dagli addetti ai lavori turismo creativo o culturale, in quanto l’utente tende a relazionarsi in modo approfondito con il paese ospitante. E’ il caso delle nuove forme di turismo congressuale, di eno-turismo o turismo linguistico.

Qui l’utente, non essendo affatto interessato ad un’ offerta generica come può essere appunto il turismo tradizionale, seleziona preventivamente gli obiettivi d’interesse.
Gli operatori che intendono quindi privilegiare un discorso di qualità, piuttosto che di quantità, devono essere pronti e abili nel promuovere laboratori eno-gastronomici, di lingua, percorsi naturalistici di ogni ordine e grado, escursioni turistiche ricercate, o essere pronti ad offrire infrastrutture e location anche  adatte a riunioni.

Ma se il turista tradizionale, figlio della moda e della pubblicità, non ha particolarmente a cuore la comprensione della realtà e della cultura locale, é anche vero che la domanda per un turismo responsabile e sostenibile è in crescita anche nel nostro paese.

L’indiscutibile disagio con cui convivono molte località turistiche, in termini di sovraffollamento, di traffico caotico, di cementificazione selvaggia e ingiustificata, ha prodotto un abbassamento della qualità della vita per ospiti e residenti, ma allo stesso tempo ha sensibilizzato l’utenza, indirizzandola verso proposte e soluzioni che contemplino sia una fruizione dei servizi un pò più a misura d’uomo, sia maggior tutela dell’ambiente.

Le strutture alberghiere nel nostro paese sono abbondanti e variegate, si passa dalle 2 unità di hotel a 7 stelle (Milano e Venezia) ai 2000 ad 1 stella, passando per i 14.500 a 3 stelle (la categoria più numerosa). Ma anche campeggi,  agriturismo, villaggi turistici, che nella loro offerta puntano al contatto con la natura, e ai vantaggi che può offrire una vacanza all’aria aperta. Sorprendente infine il successo dei bed & breakfast che in un solo triennio sono quasi triplicati.

Se, come sembra evidente, abbiamo tutte le carte in regola per svolgere bene il compito, e ci sono i presupposti culturali per migliorarlo, com’é possibile che non si riesca ad andare oltre il 5° posto ?

La risposta potrebbe essere nella mancanza di un progetto a medio termine, che preveda investimenti in strategie di marketing così come stanno facendo i nostri più temibili concorrenti: Francia e Spagna.

La Francia per esempio ha pianificato una strategia di marketing e promozione turistica diversificando l’offerta in 5 grandi settori:

  • balneare
  • campagna
  • montagna
  • città
  • regioni vitivinicole.

E’ pur vero che per scarsa cultura e tradizione, il nostro paese non ha mai puntato veramente sul turismo, e anche se oggi le cose sembrano gradualmente migliorare di lavoro da fare ne rimane molto. Per tanti e in tutti i sensi.