Cos’è il Januhairy: il mese in cui le donne non si depilano
Con l’arrivo del freddo e dell’inverno cambiano radicalmente le abitudini di una donna. In particolare muta la sua propensione a sottoporsi a tecniche depilatorie. Tant’è vero che nel 2018, la studentessa inglese Laura Jackson ha dato vita ad un evento. Si tratta del Januhairy, ovvero “Gennaio il mese peloso”.
Questi vuol dire che per l’arco di 31 giorni, non esistono bramosi rasoi o antipatiche cerette da fare, così le donne possono sfoggiare un look più naturale.
Come nasce l’usanza
L’usanza, che sottolineiamo è sempre e comunque collegata ad una tendenza meramente soggettiva, ha preso quest’anno addirittura una piega venefica. Per ogni pelo che non si taglia si donano fondi all’associazione americana TreeSisters per il rimboschimento e la tutela della natura.
Tale decisione si pone come obiettivo quello di prestare maggiore accortezza all’ambiente. Il tutto in solidarietà con Novembre, altro evento che di matrice maschile, spinge gli uomini a non radersi i baffi nel mese di novembre. Sono queste delle culture innovative che assumono dei significati importanti e che non mettono per una volta l’estetica al centro dell’attenzione.
La tendenza a riporre nel cassetto ceretta e rasoi, al dire il vero, piace parecchio, anche alle star e ai personaggi dello spettacolo. Ognuno con le proprie ragioni, non ha vergogna di mostrarsi anche in pubblico o con dei selfie utilizzando la loro natura pelosa.
Il post di Laura Jackson
Per chi non conoscesse la storia di Januhairy, è bene evidenziare le origini di questo nuovo evento applaudito da molte donne. Laura Jackson, studentessa britannica, pubblica un post in cui spiega il motivo per cui decide di farsi crescere i peli. Il tutto parte secondo il suo racconto, in occasione della laurea discussa nel maggio 2018. Occupandosi di teatro, viveva giornate impegnative e pertanto comincia a vedere in maniera differente dai luoghi comuni il tabu dei peli sul corpo di una donna. Dopo aver trascorso una quindicina di giorni senza depilarsi, ha iniziato ad apprezzare il pelo naturale e a non sentire la mancanza della ceretta.
Pur sentendosi Laura più sicura di sé e tranquilla, i suoi conoscenti non riuscivano a capire il senso DJ quella decisione, essendo in totale disaccordo. Il problema di base dunque era proprio far capire alla società cosa stesse accadendo. E così ha inventato il Januhairy e ha deciso di lanciarlo.
Laura ha spiegato che non si tratta di una campagna di ribellione. La sua speranza è che tutti capiscano la normalità della crescita dei peli sul corpo, sensibilizzando e responsabilizzando soprattutto gli altri ad accettarsi così come ci vuole la natura.
Lo scopo di Januhairy non è quello di esaltare i peli, ma di far capire che non tagliarli vuol dire essere liberi di accettarsi. La decisione di non ricorrere alle cerette è un diritto di tutti. Diritto che va messo al sicuro da ogni pregiudizio o offesa scaturente da terzi soggetti. Ormai la campagna viene vista di buon grado un po’ ovunque nel mondo. Sui social network sono molti gli hashtag con questa tematica. Per cui in vista dei prossimi inverni, le ragazze possono iniziare a mettersi in gioco e a non vergognarsi. Se non vuoi farlo per te, fallo per l’ambiente