Analisi del mercato delle Spezie
Un mercato poco conosciuto ma molto apprezzato sulle Tavole di tutto il mondo è il mercato delle Spezie.
In questo mercato di piccole dimensioni e con volumi molto ridotti, (basti pensare che il rapporto di scambio tra spezie e caffè è di 1 a 20) , vengono scambiati prodotti quali, pepe, cardamomo, peperoncino, etc.
E’ di fatto un mercato di piccole dimensioni, poco organizzato e gestito da pochi player, dove i prezzi sono sovente il risultato di speculazioni di borsa o di politiche imposte da governi locali.
Grandi realtà internazionali controllano questo mercato, gestendo piantagioni e colture intensive, oltre a detenere alcuni brevetti su diverse varietà di spezie. In questo sistema i piccoli produttori locali sono penalizzati, avendo grandi difficoltà ad accedere al credito e a proporre direttamente al mercato i loro prodotti. Con queste limitazioni, i piccoli produttori non riescono ad accedere ai mercati occidentali, che richiedono elevati standard qualitativi che solo i grandi player possono garantire.
Il principale paese produttore, esportatore e consumatore di spezie è l’India che con la produzione di Curry, Cannella e Pepe, detiene quasi il 40% del mercato. Il restante 60% è diviso soprattutto tra Marocco Egitto Tunisia e Turchia e altri paesi con quote minori. Altri Stati, come ad esempio il Brasile, il Messico, l’Indonesia e il Guatemala, hanno adottato invece politiche di sola esportazione, mentre altri ancora, come Singapore, fungono solo da transito.
I Paesi occidentali, detengono il primato in fatto di consumi, e per questa ragione riescono ad imporre severe politiche di controllo ed elevati standard qualitativi. In Italia in particolare, il mercato delle spezie e delle erbe aromatiche sta avendo un andamento in costante crescita, sia in termini di consumi, sia in termini di scelta. Ormai oltre 7 famiglie su 10 fanno uso di spezie in cucina. Il mercato sempre più globale, ha poi arricchito l’uso di questi prodotti, contaminando la cucina tradizionale con quella etnica.